giovedì 7 febbraio 2013


PEARCING


Il sole calava all’orizzonte e per i nonnetti di Sara era già tempo di dormire, i colori forti del tramonto estivo riempivano le stanze e il corridoio spoglio. Sara amava quel momento, tutto si placava, il caldo, i lamenti, la fatica, ognuno rientrava nella propria postazione per rifocillarsi e lei doveva solo controllare che tutto funzionasse alla perfezione.
Camminando lungo la corsia Sara poteva affacciarsi in tutte le camere e in poco tempo avere il punto della situazione:
_ Buona notte sig.ra Branca!
_ Maria, tutto bene? Hai bisogno di una mano?
_Sig.ra Anna buonanotte!
Non voleva bene a tutti i nonni e le nonne del ricovero, solo perché anziani non significava che fossero gentili o educati, quando aveva iniziato credeva ingenuamente che avrebbe potuto allietare le giornate di persone amorevoli e cordiali, purtroppo Sara apprese velocemente che nel suo lavoro il distacco professionale era fondamentale! Il suo lavoro si rivolgeva soprattutto a persone ferite ed abbandonate e la vecchiaia ne aveva accentuato i tratti taglienti e spigolosi.
Nella sua mente trovava conforto realizzando che questo sarebbe stato il suo ultimo mese in casa di riposo poi avrebbe iniziato un nuovo lavoro in ospedale! Sarebbe stato un nuovo inizio, con una professionalità riconosciuta, vere emergenze, veri pazienti e forse, anche meno escrementi!
Dopo il giro di ricognizione Sara si doveva recare nella guardiola delle infermiere per il passaggio di consegna, il suo turno iniziava e le colleghe di quello precedente scalpitavano per andarsene.
_Ciao ragazze, tutto tranquillo?
_Il sig.Gianni oggi è morto e il suo vicino di stanza è un po’ agitato
_Siete già andate di calmanti?
_Fatto! Però tenete sempre un occhio aperto
_Tanto gli uomini stasera li lascio a Kassia è in turno con me! Per quanto riguarda le sciure?
_Abbiamo messo il catetere alla Bianchi e la Scicchinicchio non ha cenato, ma è dentro da soli tre giorni, deve ancora adattarsi alla tristezza di sto’ posto  e ….c’è una new entry! Stanza 24, fresca fresca di giornata, bisogna controllare che si abitui al ritmo della camerata!
_Che noia, so già che mi chiamerà per tutta la notte.
_Bè che dire? In bocca al lupo! Io schizzo che devo recuperare i miei figli!
Sara non amava molto Kassia, proveniva da un posto impronunciabile dell’Europa dell’Est e di qualunque cosa si potesse parlare al suo paese era sicuramente migliore, più gustosa o semplicemente diversa. I discorsi con lei diventavano un’ode al paese degli slavi e a Sara veniva naturale pensare che se trovata tutto così mediocre in Italia, perché non era rimasta nel suo paese? Oltretutto nella condizione mentale in cui si trovava, Sara tendenzialmente non sopportava più niente e nessuno, men che meno una giovane scappata da casa, patriottica e logorroica! La sensazione di fastidio per tutto le faceva venire la nausea, il cimurro, la voglia di strapparsi la pelle dal corpo, il desiderio di fuggire, di malmenare il primo vecchio che si alterava, di andare in strada e lanciare molotov verso l’edifico, si sentiva come una scimmia chiusa in gabbia, senza alternative, con il solo bisogno di urlare!
Gestire così tante persone anziane ognuna con la propria storia di abbandono l’avevano segnata. Anche quando si presentavano delle persone degne di stima morivano nel giro di pochi mesi facendo sentire Sara vana stupida e vuota. Non tollerava più nulla di quel posto, il cibo troppo cotto, gli occhi dei pazienti, i colori scialbi delle stanze, gli odori, i colleghi troppo rudi, il modo in cui di notte gli anziani si lamentavano, la morte, lo sguardo dei parenti, i pannoloni pieni di merda, i rimpianti, i rosari attaccati ai letti, le lacrime, le foto dei nipoti, i santini, il vomito di semolino, gli sguardi persi nel vuoto, i cateteri e la tristezza della vecchiaia che prima o poi sarebbe venuta a prendere anche lei.
_Va bene Kassia, inizia il giro patello, uccidimi adesso o dammi un buon motivo per farlo.
_Siiiiii! Piselli mosci!
_E passere flatulenti…. Vado a prendere il carrello.

Quando la gente iniziava a lamentarsi a Sara veniva la pelle d’oca, non poteva più sentirli, basta lamenti, basta compiangersi, basta tutto! Negli ultimi tempi iniziava il suo giro troppo velocemente sperando che potesse durare il minor tempo possibile ma poi rallentava, tralasciare dei particolari irrilevanti avrebbe significato solo lasciarli li a macerare per poi ritrovarseli due ore dopo ingigantiti e realmente fastidiosi.
Odiava doversi occupare della pulizia intima degli anziani e continuava a domandarsi perché mai avesse accettato quel lavoro.
Meno 29 giorni, solo altri 29 giorni e avrebbe finito ma quest’idea al posto di darle forza la faceva sentire solo più svogliata, non doveva tagliare un traguardo correndo, non doveva più dimostrare alla caposala il suo valore professionale, poteva svolgere la propria routine in modo superficiale e nessuno ormai si sarebbe preso la briga di riprenderla o motivarla.
_Stanza 24, la nuova, vai tu o vado io? La prima sera sono molto melanconici se però mi tiene per più di un quarto d’ora le sparo un calmante!
_Stai tranquilla Kassia, è mia.
_Sei sicura? Questa sera mi sembri provata!
_Io, sono SEMPRE provata.
Sara si voltò con fare teatrale e con gesti ampi e lenti entrò nella stanza.
_Buona sera signora, come stiamo? Si sta ambientando?
_A cosa mi devo ambientare alla puzza di vecchio?
_Signora non dica così che nelle altre stanze la sentono e poi ci rimangono male!
_IO dovrei restarci male! Ha appena detto alla sua collega che mi vuole sedare! Non ho nulla da dichiarare, non porto il pannolone e sono ancora in grado di disinfettarmi la dentiera da sola, ho solo bisogno di aiuto per scendere dal letto domani mattina. Buona notte signorina.
_Complimenti!
La signora indurita con le braccia rigide e conserte restò a guardarla con aria interrogativa
_Complimenti per la verve! Le posso chiedere quanti anni ha?
_Non c’è scritto da qualche parte?
Sara si sentì smarrita, non era abituata a tanta tenacia
_Ne ho 94! E sono ancora in grado di badare a me stessa! Il giorno in cui mi dovrà mettere un pannolone attaccato al culo sarà anche quello in cui mi suicido!
_Ve bene, ricevuto, mi perdoni se ha sentito che volevo sedarla le prometto che non mi permetterò anche solo per il rispetto a tanta grinta. Va bene?
La signora rimase ferma nella sua posizione, chiusa a riccio quasi incredula di essere stata presa sul serio.
_Le auguro buona notte! Signora  …?
_Lucia!
_Buona notte sign.ra Lucia!
Sara uscì velocemente con gli occhi sgranati cercando lo sguardo di complicità di Kassia, si allontanarono sorreggendosi l’un l’altra ridendo e zittendosi vicendevolmente per timore di essere ascoltate
_Allora ci sentono! Ci sentono!
_Sti kazzi che donna! Ecco io da vecchia voglio diventare così!
_Con tutti quei porri in viso?
_E che fa! Tanto avrò finito di rimorchiare da un pezzo! Novantaquattro, ti rendi conto? Domani vado a chiedere cosa mangia!
_Scommetto che non si è sposata! Il matrimonio logora!
_Anche restare single per tutta la vita! 

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