PEARCING
Il
sole calava all’orizzonte e per i nonnetti di Sara era già tempo di dormire, i
colori forti del tramonto estivo riempivano le stanze e il corridoio spoglio.
Sara amava quel momento, tutto si placava, il caldo, i lamenti, la fatica,
ognuno rientrava nella propria postazione per rifocillarsi e lei doveva solo
controllare che tutto funzionasse alla perfezione.
Camminando
lungo la corsia Sara poteva affacciarsi in tutte le camere e in poco tempo
avere il punto della situazione:
_
Buona notte sig.ra Branca!
_
Maria, tutto bene? Hai bisogno di una mano?
_Sig.ra
Anna buonanotte!
Non
voleva bene a tutti i nonni e le nonne del ricovero, solo perché anziani non
significava che fossero gentili o educati, quando aveva iniziato credeva
ingenuamente che avrebbe potuto allietare le giornate di persone amorevoli e
cordiali, purtroppo Sara apprese velocemente che nel suo lavoro il distacco
professionale era fondamentale! Il suo lavoro si rivolgeva soprattutto a
persone ferite ed abbandonate e la vecchiaia ne aveva accentuato i tratti
taglienti e spigolosi.
Nella
sua mente trovava conforto realizzando che questo sarebbe stato il suo ultimo
mese in casa di riposo poi avrebbe iniziato un nuovo lavoro in ospedale!
Sarebbe stato un nuovo inizio, con una professionalità riconosciuta, vere
emergenze, veri pazienti e forse, anche meno escrementi!
Dopo
il giro di ricognizione Sara si doveva recare nella guardiola delle infermiere
per il passaggio di consegna, il suo turno iniziava e le colleghe di quello precedente
scalpitavano per andarsene.
_Ciao
ragazze, tutto tranquillo?
_Il
sig.Gianni oggi è morto e il suo vicino di stanza è un po’ agitato
_Siete
già andate di calmanti?
_Fatto!
Però tenete sempre un occhio aperto
_Tanto
gli uomini stasera li lascio a Kassia è in turno con me! Per quanto riguarda le
sciure?
_Abbiamo
messo il catetere alla Bianchi e la Scicchinicchio non ha cenato, ma è dentro
da soli tre giorni, deve ancora adattarsi alla tristezza di sto’ posto e ….c’è una new entry! Stanza 24, fresca
fresca di giornata, bisogna controllare che si abitui al ritmo della camerata!
_Che
noia, so già che mi chiamerà per tutta la notte.
_Bè
che dire? In bocca al lupo! Io schizzo che devo recuperare i miei figli!
Sara
non amava molto Kassia, proveniva da un posto impronunciabile dell’Europa
dell’Est e di qualunque cosa si potesse parlare al suo paese era sicuramente
migliore, più gustosa o semplicemente diversa. I discorsi con lei diventavano
un’ode al paese degli slavi e a Sara veniva naturale pensare che se trovata
tutto così mediocre in Italia, perché non era rimasta nel suo paese? Oltretutto
nella condizione mentale in cui si trovava, Sara tendenzialmente non sopportava
più niente e nessuno, men che meno una giovane scappata da casa, patriottica e
logorroica! La sensazione di fastidio per tutto le faceva venire la nausea, il
cimurro, la voglia di strapparsi la pelle dal corpo, il desiderio di fuggire,
di malmenare il primo vecchio che si alterava, di andare in strada e lanciare
molotov verso l’edifico, si sentiva come una scimmia chiusa in gabbia, senza
alternative, con il solo bisogno di urlare!
Gestire
così tante persone anziane ognuna con la propria storia di abbandono l’avevano
segnata. Anche quando si presentavano delle persone degne di stima morivano nel
giro di pochi mesi facendo sentire Sara vana stupida e vuota. Non tollerava più
nulla di quel posto, il cibo troppo cotto, gli occhi dei pazienti, i colori
scialbi delle stanze, gli odori, i colleghi troppo rudi, il modo in cui di
notte gli anziani si lamentavano, la morte, lo sguardo dei parenti, i pannoloni
pieni di merda, i rimpianti, i rosari attaccati ai letti, le lacrime, le foto
dei nipoti, i santini, il vomito di semolino, gli sguardi persi nel vuoto, i
cateteri e la tristezza della vecchiaia che prima o poi sarebbe venuta a
prendere anche lei.
_Va
bene Kassia, inizia il giro patello, uccidimi adesso o dammi un buon motivo per
farlo.
_Siiiiii!
Piselli mosci!
_E
passere flatulenti…. Vado a prendere il carrello.
Quando
la gente iniziava a lamentarsi a Sara veniva la pelle d’oca, non poteva più
sentirli, basta lamenti, basta compiangersi, basta tutto! Negli ultimi tempi iniziava
il suo giro troppo velocemente sperando che potesse durare il minor tempo
possibile ma poi rallentava, tralasciare dei particolari irrilevanti avrebbe
significato solo lasciarli li a macerare per poi ritrovarseli due ore dopo
ingigantiti e realmente fastidiosi.
Odiava
doversi occupare della pulizia intima degli anziani e continuava a domandarsi
perché mai avesse accettato quel lavoro.
Meno
29 giorni, solo altri 29 giorni e avrebbe finito ma quest’idea al posto di
darle forza la faceva sentire solo più svogliata, non doveva tagliare un
traguardo correndo, non doveva più dimostrare alla caposala il suo valore
professionale, poteva svolgere la propria routine in modo superficiale e
nessuno ormai si sarebbe preso la briga di riprenderla o motivarla.
_Stanza
24, la nuova, vai tu o vado io? La prima sera sono molto melanconici se però mi
tiene per più di un quarto d’ora le sparo un calmante!
_Stai
tranquilla Kassia, è mia.
_Sei
sicura? Questa sera mi sembri provata!
_Io,
sono SEMPRE provata.
Sara
si voltò con fare teatrale e con gesti ampi e lenti entrò nella stanza.
_Buona
sera signora, come stiamo? Si sta ambientando?
_A
cosa mi devo ambientare alla puzza di vecchio?
_Signora
non dica così che nelle altre stanze la sentono e poi ci rimangono male!
_IO
dovrei restarci male! Ha appena detto alla sua collega che mi vuole sedare! Non
ho nulla da dichiarare, non porto il pannolone e sono ancora in grado di
disinfettarmi la dentiera da sola, ho solo bisogno di aiuto per scendere dal
letto domani mattina. Buona notte signorina.
_Complimenti!
La
signora indurita con le braccia rigide e conserte restò a guardarla con aria
interrogativa
_Complimenti
per la verve! Le posso chiedere quanti anni ha?
_Non
c’è scritto da qualche parte?
Sara
si sentì smarrita, non era abituata a tanta tenacia
_Ne
ho 94! E sono ancora in grado di badare a me stessa! Il giorno in cui mi dovrà
mettere un pannolone attaccato al culo sarà anche quello in cui mi suicido!
_Ve
bene, ricevuto, mi perdoni se ha sentito che volevo sedarla le prometto che non
mi permetterò anche solo per il rispetto a tanta grinta. Va bene?
La
signora rimase ferma nella sua posizione, chiusa a riccio quasi incredula di
essere stata presa sul serio.
_Le
auguro buona notte! Signora …?
_Lucia!
_Buona
notte sign.ra Lucia!
Sara
uscì velocemente con gli occhi sgranati cercando lo sguardo di complicità di
Kassia, si allontanarono sorreggendosi l’un l’altra ridendo e zittendosi
vicendevolmente per timore di essere ascoltate
_Allora
ci sentono! Ci sentono!
_Sti
kazzi che donna! Ecco io da vecchia voglio diventare così!
_Con
tutti quei porri in viso?
_E
che fa! Tanto avrò finito di rimorchiare da un pezzo! Novantaquattro, ti rendi
conto? Domani vado a chiedere cosa mangia!
_Scommetto
che non si è sposata! Il matrimonio logora!
_Anche
restare single per tutta la vita!
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