Mano
a mano che le giornate si scaldavano anche l’aria della sera diventava sempre
meno pungente ed era piacevole uscire solo con addosso il golfino, le stradine
sterrate del paese erano poco illuminate ma il contesto era talmente piccolo
che Lucia non temeva nulla.
La
fontana dove le massaie di giorno andavano a lavare a mano gli indumenti, di
sera diventava il luogo di ritrovo per il Nando il Bepi il Toni e Maria:
rispettivamente Fernando, Giuseppe, Antonio e Maria, questi erano i suoi amici,
gli unici ragazzi che più o meno avevano la sua stessa età, gli unici che la
conoscevano e che erano cresciuti insieme a lei.
_Ei!
Ciao! Chi si vede!
_Ciao!
_Allora?
Ti hanno preso? E’ andata bene la prova?
_Si
purtroppo!
_Ma
come purtroppo, ti danno dei soldi!
_Si
per scappare!
_E dove vuoi scappare? La vita va presa come viene!
_E dove vuoi scappare? La vita va presa come viene!
_Se
ti vuoi accontentare!
_Come
siamo esigenti! Cosa credi di andare a fare a Milano? Il presidente della
Repubblica?
_A
parte che dovrei andare a Roma! Ignorante!
_Basta
litigare, mi fate venire il mal di testa! Tenete fate un tiro dalla mia
sigaretta del piacere e vedrete che vi sentirete meglio!
Lucia
voleva bene ai sui amici ma a volte sentiva come se a loro mancasse qualcosa,
uno stimolo, una passione, anche solo l’idea che il futuro fosse ancora tutto
da costruire e che non poteva essere limitato all’idea di percorrere una vita
uguale a quella dei propri genitori! In montagna non c’era niente, non c’erano
locali, non c’erano librerie, non c’erano musei, non c’era lavoro, non c’erano
nemmeno ragazzi da conoscere! Si, il Nando era innamorato di lei sin dalle
scuole medie ma per Lucia era solo un amico e poi lui desiderava andare a
vivere in malga allevare al pascolo le mucche e produrre il formaggio per il
resto dei suoi giorni! Bello, bellissimo, se sei una hippy sociopatica alla
ricerca di un posto isolato nel quale scappare dal mondo!
_Dai
tieni, assaggia questa l’ho coltivata io!
_Come
l’hai coltivata tu?
_Si,
roba nostrana! Assaggia assaggia! Senti che aroma! Senti che gusto!
Lucia
prese lo spinello e aspirò a pieni polmoni, sapeva che non doveva diventare un
vizio ma quel paio di tiri con gli amici le davano soddisfazione, aspirò ancora
e ancora e iniziò a provare un leggero sollievo, sempre più forte, sentiva come
se in petto si sciogliesse un nodo.
_Nando,
domani vengo a prendere una forma di toma.
_Certo!
Ti aspetto!
_”Certo
che ti aspetto” non faccio altro da anni! Ha ha ha!
Lucia
non si imbarazzava alle battute ormai le conosceva, Nando era sempre gentile
con lei, forse era l’unico ragazzo cresciuto in mezzo ai pascoli ad avere un
atteggiamento fine ed educato inoltre possedeva un aspetto rassicurante,
sereno, sempre sorridente, con la barbetta incolta sulle guance scavate e
arrossate eppure non c’era scintilla, non c’era magia, farfalle nello stomaco,
attesa, tensione, nulla, il vuoto più assoluto. A Lucia avrebbe fatto anche
piacere averlo come fidanzato, sarebbe stato comodo li, a due passi da casa, ma
non poteva accontentarsi. Non così tanto!
Non
si era mai innamorata e nella vita voleva provare anche questa emozione, era
troppo giovane per un compromesso così grande!
Rientrando
in casa fece attenzione a non fare rumore, con le scarpe in mano cercò di raggiungere
la sua stanza subito dopo quella di sua madre che con un po’ di fortuna stava
già dormendo
_Sguardrina!
Esci la sera come fanno le lucciole!
_Mamma
dormi!
_Il
paese ti vede! Ha orecchie e occhi anche la notte! Sei una svergognata!
Quelle
parole ormai le scivolavano di dosso, sapeva che la mentalità di una madre
anziana era troppo distante dalla sua prospettiva di vita ma nello stesso
momento desiderata zittirla, magari metterle un tappo in bocca e non doverla
più sopportare!
* * *
Il
lavoro in laboratorio era troppo noioso, ogni volta che Lucia alzava lo sguardo
per vedere l’ora erano passati solo cinque minuti dalla volta precedente,
inutile dire che non era il lavoro che desiderava. Le altre ragazze lavoravano
con la testa china, facevano una piccola pausa sigaretta e poi tornavano come
automi senz’anima attaccate alla macchina, il loro gesti erano talmente
ripetitivi da sembrare un prolungamento stesso dell’ingranaggio. Lucia non ce
la faceva a stare seduta per tutte quelle ore, sentiva le gambe che le dolevano
desiderava in continuazione poterle allungare ma doveva mantenere il piede sul
pedale per azionare l’ingegno, sentiva che le spalle si stringevano e il collo
si incassava, il suo corpo si ritraeva e si accartocciava su se stesso e diventava
sempre più piccolo e sempre più atrofizzato, a fine giornata Lucia contava i
minuti che l’avrebbero liberata dall’incantesimo, le lancette si sarebbero
fermate sul numero sei facendo scattare gli ingranaggi che sbarravano la porta
del laboratorio e lei si sarebbe aperta come un fiore riappropriandosi del suo
corpo crocchiando rumorosamente le cartilagini. Un’altra giornata finita, fuori
il sole aveva dato vita a tutto mentre lei aveva passato ore dentro ad un
garage senza finestre.
* * *
_Ebbasta!
Io voglio fare l’infermiera!
_Ma
non hai paura ad andare a Milano?
_No
perché? Ci vivono persone come me, non dovrebbe essere così atroce!
Fernando
la guardava con occhi melanconici
_Allora
è sicuro, te ne stai andando…
_Di
sicuro non c’è ancora niente, dipende da quanti soldi riesco a risparmiare anche
se per i primi tempi andrò a casa di mia zia!
Lucia
alzò lo sguardo e rimase stupita nell’incontrare il viso triste di Nando, sapeva che aveva una cotta per lei ma se lo era
sentito dire talmente tante di quelle volte che ormai credeva fosse solo una
leggenda metropolitana, invece in quegli occhi tristi ma compiacenti raggiunse
la consapevolezza che forse la leggenda nascondeva un fondo di verità.
Disarmata si sentì a disagio
_Io
vado in malga
_Cosa?
_Io
vado via, raggiungo mio cugino e passerò l’estate in malga, farò il formaggio
più buono che tu abbia mai assaggiato nella tua vita, ma non potrai farlo
perché sarai talmente distante, talmente distante che ….
_Guarda
che non vado mica in Svizzera!
_Lucia,
fidanziamoci!
_Ma
che dici!
_Dai!
Perché no! Tu mi piaci tanto! E stiamo bene insieme! Potresti venire in malga a
trovarmi!
Lucia
rimase di fronte a lui bloccata, ghiacciata, non voleva ferirlo ma non lo
voleva nemmeno come fidanzato! Fernando la anticipò:
_Ho
capito, non dire nulla, però io proprio non ti capisco.
_Io
me ne devo andare, se mi conosci anche solo un po’ sai che se mi obblighi a
restare qui, mi uccidi.
_Perchè?
Perché non ti va bene una vita normale?
_Ma
io voglio una vita normale! E’ per questo che me la vado a cercare! Una vita
piena di felicità! Io non ci credo che
chi si accontenta gode, io credo che chi la dura la vince! Io voglio fare
l’infermiera! Non posso nemmeno pensare all’idea di passare il resto dei miei
giorni ad attaccare pizzo alle mutande dei ricchi!
_E
io? Valgo almeno qualcosa?
_Tu
sei la persona più importante di questo mondo per me, ma ti voglio bene come un
fratello! Ora posso avere il formaggio?