martedì 2 aprile 2013


Le infermiere avevano un atteggiamento a metà tra il fastidio e il divertito, ridevano senza voltarsi per non guardare direttamente il pisello del loro aguzzino ma incuriosite dallo spettacolo tendevano a lanciare occhiatine nascoste e fugaci.
Il medico senza ritegno proseguiva a strofinare il proprio augello come se fosse stato un premio per tutte loro, come se fosse stato un piccolo gesto di attenzione anche per quelle ragazze che desideravano la sua considerazione nella speranza di diventare la prossima amante. 
_Un cane in calore, hai presente? Un cane in calore! Non guardare, non guardare che altrimenti viene qua!
Lucia abbassò la testa cercando di restare indifferente ma temendo di ricevere quelle attenzioni disgustose iniziò a cantilenare nella mente un mantra improvvisato: non mi vede, non mi sente, non mi vede, non mi sente. Da quel momento la presenza di quell’uomo l’avrebbe condizionata, libero di molestare chiunque prima o poi sarebbe potuto arrivare anche a lei, solo l’idea la fece agitare, iniziarono a tremarle le mani e inavvertitamente fece cadere una pinza a terra, il rumore catturò l’attenzione dei presenti e Lucia si chinò a raccoglierlo paonazza in volto.
Il dott. Conti che non aspettava altro che un piccolo appiglio per umiliare la ragazza in pubblico, intervenne:
_Non siamo capaci nemmeno di tenere in mano un ferro? Sei nuova o stupida? Lo sai che quella pinza è ricoperta di sangue? Ti hanno insegnato a scuola che il sangue è veicolo di contagio di malattie infettive? Chi ha fatto la formazione a questa incapace?
Bruna alzò gli occhi al cielo mentre Lucia iniziò a cercare di trattenere una risata isterica.
_Ti faccio forse ridere?
_No! Mpfh!
_E allora perché ridi?
La ragazza rimase immobile di fronte al medico cercando di tamponare la bocca che voleva esplodere in una fragorosa risata.
Conti, irato, si allontanò spingendo un carrello pieno di attrezzi contro il muro.
_Ma cosa ti prende? Cretina!
_Ha ha ha ha ha! Scusa ma non ce la facevo! Mi stava riprendendo mentre riponeva nell’astuccio il suo……arnese!! Ha ha ha ha ha ha ha! Non ce la facevo! Ma dai!! Come si fa?
_Sei una stupida! Quello è un medico! Cosa credi! Non ti farà più mettere piede in una sala operatoria!
Lucia smise subito di ridere, conscia della leggerezza con la quale aveva gestito la situazione iniziò ad essere pervasa da un’angoscia profonda. “Non mettere più piede in una sala operatoria?
_Perchè dici così? Lo ha già fatto in passato?
_Stupida! Ora sa pure che sono stata io a formarti!
Bruna restò in silenzio per il resto del turno mentre Lucia cercava di non farsi distrarre dalla forza delle sue emozioni che in realtà la dilaniavano.
A fine turno Lucia, stremata dalle forti emozioni, si recò nel cucinino delle infermiere, si avvicinò stravolta e le colleghe non poterono fare a meno di notare il cencio pallido che entrava nella stanza
_Lucia! Tutto bene?
In silenzio alzò lo sguardo e annuì con gli occhi sgranati
_Ha ha ha ha ha! Vedo che oggi hai incontrato la vera faccia del dott. Conti!

* * *
_No, no, no, aspetta un secondo, hem, aspetti… lei mi sta dicendo che questo chirurgo, estraeva i gioielli di famiglia in sala operatoria?
_Non i gioielli, IL PISELLO!
_Si ho capito! Quello! Non volevo essere scurrile di fronte ad una signora della sua età ma vedo che lei mi supera!
_Si, comunque, si, quell’uomo si credeva onnipotente, nessuno osava ribellarsi e lui continuava a mietere successi professionali riscuotendo anche l’attenzione di tutte le infermiere che si concedevano nella speranza di essere l’ultima della serie quella che se lo sarebbe accaparrato, senza considerare che il dottorino…. era già sposato!
_Bell’elemento! E quindi cosa centra lei in tutta questa storia?
_Se la smetti di interrompere…

* * *
Una volta tornata a casa Lucia non riuscì a dormire, tormentata dall’idea che la sua carriera poteva essere compromessa da un erotomane con manie di grandezza. Come poteva risolvere la questione? Vista la coalizione omertosa che regnava tra le infermiere se si fosse ribellata sarebbe stata da sola contro un medico affermato, sarebbe passata dalla parte del torto mentre se fosse rimasta in silenzio prima o poi il battesimo del pene sarebbe arrivata anche a lei!
Poteva farsi sfuggire di mano un bisturi durante un’operazione, ma per farlo affondare completamente dentro allo stomaco del chirurgo avrebbe dovuto inventarsi una scusa molto convincente.
Poteva offrirgli un caffé corretto al sonnifero! Oppure somministrargli una dose eccessiva di viagra e fare in modo che gli venisse un infarto proprio davanti ai suoi occhi! Sarebbe stato anche credibile! “Medico erotomane esagera con il viagra! Le colleghe ammettono che non possedeva freni inibitori”. Una strana luce iniziò a brillare negli occhi di Lucia, poteva essere affascinante, poteva essere giovane, poteva essere un salvatore ma se si fosse intromesso tra lei e il suo destino, lo avrebbe estirpato, come si fa con la gramigna!
_Ciao Bruna
La collega si voltò guardandola seriamente, senza cambiare mai espressione.
_Dici che posso entrare in sala operatoria oggi?
_Sono stata richiamata dal responsabile di reparto.
Lucia divenne pallida in viso
_Cosa… cosa ti ha detto?
_Mi ha ripresa perché ti ho fatto entrare in sala operatoria quando un medico chirurgo, uno dei migliori di tutto l’istituto, ha denunciato la tua inadeguata presenza.
Lucia rimase immobile nascondendo l’ira che le stava esplodendo in corpo.
_Quindi adesso che si fa?
_Ho garantito per te, ho detto che eri molto emozionata e che durante la formazione saresti stata da parte intervenendo solo su mia richiesta. Non so perché ma ho messo la mia faccia per parare il tuo culo secco, vedi di non fare kazzate o ti strappo di dosso la pelle con l’aiuto di un bisturi! E non scherzo!
_Grazie! Grazie! Allora adesso posso andare a prepararmi?
_Ti prepari, entri e resti seduta, per oggi non tocchi nulla. Hai capito?
_Capito.
Lucia corse a prepararsi per entrare in sala, l’angoscia di poter essere tolta dal ruolo si fondeva con l’odio per il dottore.
Al lavello di sterilizzazione Lucia si strofinò il sapone con foga sulle braccia e sulle mani cercando di contenere la rabbia che provava. Bruna pur essendo molto risentita aveva garantito per lei, forse non era poi così cattiva o forse aveva apprezzato il disappunto di Lucia per lo spettacolo che le toccava vedere tutti i santi giorni e a cui nessuna si era mai contrariata.
_Eccomi quiiiii!
Ci avrei scommesso, non poteva che essere lui il primo chirurgo della giornata!
Lucia non si scompose e velocemente cercò di prendere posto vicino a Bruna.
Durante l’operazione il medico continuò a fissare insistentemente la ragazza che riuscì a reggere lo sguardo sostenuta dalla forza dell’odio che provava, inizialmente si sentì agitata per il comportamento inusuale che divenne insofferente quando le occhiate divennero insistenti.
Nella sua mene Lucia pensava che avrebbe voluto alzarsi, andargli vicino e urlargli nelle orecchie con tutta la forza che possedeva in corpo, fino a farsi scoppiare i polmoni.
Invece restò immobile per tutto il tempo.
Terminata l’operazione Bruna si attivò per svolgere il suo lavoro indicando con lo sguardo a Lucia di restare seduta, la ragazza restò immobile inerme e arrabbiata mentre il medico parlottava giocosamente con due infermiere dall’altro lato della stanza. Lucia mantenne la posizione fino a  quando il dottore uscì dalla sala abbracciandole.
Dopo essersi premurata che Conti si fosse realmente allontanato Bruna fece un cenno a Lucia che scattò in piedi.
_Prendi queste
_Perchè bisbigli?
_Non si sa mai, stai zitta, non dire una parola, potrebbe tornare.
I modi cauti e la paura della collega fecero agitare Lucia, si sentiva come un coniglio davanti alla gabbia aperta di un leone che dorme.
Nel silenzio tombale della sala chirurgica un boato di risate fece sobbalzare la ragazza che si trovò a dover scansare la corsa di due colleghe che fuggivano divertite, Lucia si voltò e vide il medico che correva con il proprio membro in mano. Spaventata e impietrita non sapeva cosa fosse peggio, se essere fuori posto oppure a portata di mano!
Cercò di ripararsi dalla baraonda ma Conti continuava a voler raggiungere le infermiere che dopo tre giri di corsa in torno al tavolo operatorio presero per le braccia Lucia utilizzandola come scudo umano esponendola ad un gioco a cui non voleva partecipare!
_No, no ti prego! Quel coso no!
Il medico che si divertiva troppo non venne frenato dalla nuova comparsa e noncurante di Lucia si appoggiò completamente alla ragazza che di istinto si voltò, prese una pinza backhaus tra le mani e chiuse i due uncini pinzando a pieno la salsiccia!
Un urlo disumano lacerò il silenzio dell’ospedale, il sangue del medico si mescolò con quello che ristagnava sulla pinza e i suoi movimenti convulsi impedirono alle infermiere di avvicinarsi e liberarlo da quella tortura! Lucia si voltò verso Bruna che teneva la mano davanti il volto per nascondere una risata a metà tra il divertito e lo spaventato, gruppi di infermiere accorsero attirate dalle urla e tutte restarono agghiacciate di fronte a quello spettacolo!
* * *
Sara inspirò l’ultimo tiro di sigaretta, trattenne il fumo con cupidigia e poi con il gesto abile di chi è abituato a farlo, lanciò il mozzicone lontano da sé. I bouquet che teneva in mano le era costato caro, ma mai quanto l’idea di aver messo a repentaglio la vita di una persona, ora Sara camminava con maggiore severità che le conferiva un atteggiamento più adulto. Non era abituata ad un abbigliamento formale ma lo aveva ritenuto il più idoneo per donare un’immagine di affidabilità di fronte ai giudici.
I tacchi delle scarpe schioccavano sul pavimento di linoleum mentre il suo profumo dolce e fruttato inondava le camerate allertando la corsia del suo arrivo.
Sara si fermò di fronte alla stanza n° 32, fece un respiro profondo cercando di trattenere lo sconforto, si diede due pizzicotti in viso ed entrò:
_Saraaaaaaaaaaaa!!! Finalmente! Come stai?
Kassia scese dal letto della vicina con la quale stava terminando una partita a pocker
_Stiamo giocando a soldi, ma non lo dici a nessuno vero? Abbracciami!
Sara rimase sconvolta, si aspettava di trovare la collega moribonda, accasciata sul letto con il respiratore attaccato e invece stava abbracciando una ragazzina saltellante con in dosso una camicia da notte dai risvolti in pelo rosa!
_Kassia! Ma come stai?
_Benissimo! Oltretutto questo scherzo è riconosciuto infortunio sul lavoro! Che culo!
_Che culo! Ci stavi per lasciare le penne!
_Si ma ce le ha lasciate la vecchia pazza! Ha ha ha!
_Ma come fai a ridere? Non ti sei spaventata?
_Sono viva! E non fare la solita Italiana che si lamenta per tutto! Siediti! Mi hai portato qualcosa da bere? Qua dentro non ti portano alcolici!
_Ti offro tutto quello che vuoi ma quando esci da qui!
_Ha ha ha! L’ultima volta mi sono tracannata il Thè al tavor della vecchia!
_Ma tu che scema non sei! Mi avevi vista che lo correggevo!
_Ha ha ha! Sai che a me piace scroccare! Anche se il colpo finale me lo hanno dato i confetti che ci dava la sciura! Ricoperti di Lexotan! Quella ci voleva morte tutte e due!
_O voleva sedarci per fare in modo che la ascoltassimo! 
_Già! Ma dai racconta! Qui girano voci che quando ci hanno trovate era skiattata metà casa di riposo! Ma chi era? L’angelo della morte?
_Ma che ne so! Però sai la storia che ci raccontava?
_No! Sono collassata prima che si arrivasse alla fine!
_Mi sa comunque che era vera.
_Perchè ?
_Perchè aveva insistito molto per regalarmi il contenuto della sua valigia così mi sono incuriosita e mentre aspettavano di essere ritirate da qualcuno, ho frugato tra le sue cose.
_Che abile! Sei anche una trafugatrice di tombe?
_Scema!
_E allora cos’hai trovato?
_Abiti, libri e … una pinza Bachaus!