_Giulio
sono tornata a casa!
_Ciao
amore!
Amore?
Ma come gli veniva? Virginia si diresse in camera, lui era seduto alla scrivania
e sembrava lavorare.
_Come
mai così presto?
_Sono
uscita un po’ prima.
Il
suo sguardo ricadde sul letto, rifatto, perfetto, non potè fare a meno di
sedersi e scostare il copriletto per controllare le lenzuola. Erano quelle del
giorno precedente! Questo significava che lei dormiva da sempre in mezzo a
residui organici! Dio che schifo!
_Cosa
stai facendo?
_Nulla,
vado un secondo in bagno!
Si
sentiva un po’ a disagio, pur avendo un corpo molto provocante non lo aveva mai
usato con l’intenzione di sedurre, ma se avesse mantenuto la calma, sarebbe
riuscita nel suo intento. Respirò a fondo un paio di volte e poi uscì dalla
porta con in dosso un completo intimo di pizzo bordeaux, guepierre e
autoreggenti allacciate. Ai piedi tacco dodici.
_Giulio,
ho pensato a noi e a questo periodo, litighiamo solamente ed è da tanto che non
stiamo più realmente insieme, ho pensato di farti una sorpresa..
Lui
si voltò e assunse un’aria spaventata, come se un killer stesse proseguendo
verso di lui con una mannaia in mano.
_Cosa
c’è? Ti disturbo forse?
_No!
Noooooo! E’ che in cinque anni di relazione non ti ho mai vista così, sei
sicura di stare bene?
La
reazione di lui la disorientava, poteva sembrare una coniglietta uscita da Play
Boy, con tutto quel pizzo e lacci e cordini e chiappe al vento! Ma non doveva
essere provocante? Virginia non si fece intimorire dalla reazione inaspettata e
proseguì nei suoi intenti
_Appunto
ho pensato di creare un cambiamento, il nostro rapporto ha bisogno di uno
scossone.
La
sua voce era calda e vellutata e ad ogni suo passo sentiva che il petto le
sobbalzava in modo imbarazzante, preferiva di gran lunga il reggipetto
contenitivo, ma non avrebbe fatto lo stesso magnetico effetto.
Virginia
si avvicinò lentamente alla preda cercando di resistere alla risata che voleva
esploderle in faccia, si sentiva ridicola vestita in quel modo e soprattutto la
divertiva vedere il modo in cui quell’uomo la osservava. Avevano fatto sesso
centinaia di volte, conosceva il suo corpo prorompente eppure non lo aveva mai
visto così, gli occhi a palla, le scocche rosse, incapace di ribellarsi a
quello che stava per accadere, o meglio che credeva sarebbe successo.
Pur
essendo molto determinata Virginia non potè evitare di inciampare nei suoi
passi, ma cadere sul letto sembrava una mossa voluta
_Vieni
vicino a me, sei ancora in grado di desiderarmi?
Lui
divenne una marionetta nelle sue mani e lei poteva tirare i fili a suo
piacimento. Succube della componente erotica, Giulio si distese tra le
lenzuola, avanzando carponi sopra di lui Virginia iniziò a baciargli il collo
mentre con le mani cercava di distendergli le braccia
_Ho
pensato che aggiungere un po’ di pepe poteva rendere tutto più divertente!
_A
cos’hai pensato?
Clack!
Clack!
_Manette?
Sei una vera porca!
Quelle
parole la irrigidirono, la sua schiena si contrasse raddrizzandosi di scatto,
per fortuna che gli aveva già bloccato le mani non aveva molta voglia di
proseguire ancora a lungo quella farsa! Oltretutto la brasiliana era diventata
un tutt’uno con il suo fondoschiena e la cosa la indisponeva!
_Voglio
giocare con te, ma per farlo, dovrò legarti anche i piedi!
_Anche
i piedi?
_Si,
devi essere completamente nelle mie mani, saprò ricompensarti!
_Va
bene! Va bene!
Piccolo involuto
figlio della masturbazione! Sei talmente stupido da non aver capito nulla!
Vieni, avanza nella tela che sto tessendo!
Virginia
gli sfilò i jeans con foga lo prese per le caviglie e le bloccò con altre
manette ai piedi del letto.
I
suoi gesti erano forti e determinati ma anche se lui avesse inteso il suo
doppio gioco, ormai era troppo tardi.
_Che
bello! Mi piace! Mi piace!
Virginia
si alzò, lo vide tutto eccitato che si dimenava dalla gioia, completamente
bloccato, questa volta scoppiò in una risata, talmente piena e sguaiata da incutere
timore.
_Cosa
c’è da ridere? Vieni qua! Sono il tuo schiavo!
_Si,
e io la padrona!
Quel
gioco stava diventando divertente, poteva anche dedicarsi l’occasione di
giocare un po’ prima di concludere.
_Aspettami!
_E
dove vuoi che vada?
Virginia
si tolse i tacchi a spillo e le autoreggenti, il perizoma a brasiliana e
indossò un paio di culotte, si tolse il balconcino di pizzo trovando conforto
nel caro vecchio contenitivo e finalmente potè concentrarsi sul suo lavoro. Tornò in stanza con un paio di forbici
e una candela.
_Ei!
Cosa vuoi fare?
_
Stai zitto maiale! Ho detto CHE IO SONO LA
TUA PADRONA! E tu devi stare zitto!
_Questa
cosa mi eccita tantissimo! Ma mi fai paura! Ma mi eccita !
Lei
lo fulminò con lo sguardo
_Ti
ho detto di chiudere quella kazzo-fottuta bocca!
Prese
le forbici e con un gesto netto e preciso le infilò nella camicia e iniziò a
tagliare
_A
a a a a a a a a a a a a a! La camicia! E’ nuova!
_S.t.a.i.
ZITTO!
Non
aveva intenzione di liberargli le mani per sfilare la camicia, tagliò le
maniche nella loro lunghezza smembrando completamente l’indumento.
_Come
mi sto divertendo!
_Me
la devi ricomprare!
Virginia
impugnò le forbici come se fossero un pugnale e mimò il gesto di accoltellarlo
_Non
ti conviene provocarmi! Sei bloccato!
_Si,
ma stai esagerando, e sono sempre manette giocattolo!
_Credici!
_Cosa?
Cosa stai dicendo?
Giulio
iniziò a dimenarsi ma le manette non si aprirono, mano a mano che si muoveva ne
prendeva sempre più consapevolezza
_Cosa
stai combinando? Cosa mi vuoi fare?
Un
taglio netto sulle mutande e Giulio fu completamente nudo
_Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
Mi vuoi tagliare il kazzo! Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
Virginia
prese un pezzo di camicia e gliela infilò in bocca.
_Non
ti voglio evirare, finirei in un mare di guai per una cosa del genere ma tu sei
stato realmente un pessimo compagno! E per questo ho intenzione di punirti!
Smettila di mugolare o ti faccio a pezzi!
Giulio
conosceva Virginia, la sua determinazione, la sua capacità di perseguire un obiettivo
e raggiungerlo, la sua freddezza e la forza, eppure aveva commesso la
leggerezza di approfittarsi di una come lei. La paura gli annebbiava la vista,
il cuore pompava con tale forza da lasciarlo in balia del terrore, consapevole
di essere bloccato nelle mani di una donna con una mente senza freni!
_Smettila
di mugolare mi dai fastidio! Adesso iniziamo un nuovo gioco, una caccia al
tesoro, guardiamo insieme cosa contiene il cassetto del tuo comodino! STRONZO!
Allora,
vuoi la busta numero uno, la numero due, o la numero tre? Io dico la tre! Uuuu,
guarda qua, un conto corrente a tuo nome! Diecimila euro! Bambino cattivo,
volevi speculare alle mie spalle? Oltre al fatto che siamo appoggiati al letto
nel quale poche ore fa hai fatto sesso con una donna! SCHIFOSO! E MI CI FAI
DORMIRE DENTRO OGNI VOLTA!
Sai
cosa sei? UN DEFICIENTE!
Virginia
si alzò di scatto, corse in bagno e tornò trionfante con il suo depilatore
personale in mano!
_Devi
imparare la lezione! Lezione numero uno!
Attaccò
la corrente e iniziò a strappare i peli dal petto di Giulio
_Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm!
_Smettila!
Stai zitto! Non ti sopporto!
La
sua mano si muoveva lentamente, in modo da poter staccare dalla pelle più peli
possibili! Scivolò decisa sui capezzoli contornati da un’aureola scura
_Giro
giro tondo, stacco i peli al mondo! Hi hi ! E tu sei uno stronzo! E adesso ti
faccio diventare pelato! Glabro come un porcellino! Perché è quello che sei! UN
MAIALE! UN GROSSO E GRASSO MAIALE!
La
sua mano si staccò dal petto per cadere sulle guance di Giulio
_Stai
fermo! STAI FERMO! Così ci impiegheremo le ore!
Il
malcapitato si dimenava come un’anguilla per cercare di scappare alla tortura,
invano, più si muoveva più sentiva che le manette ai polsi gli tagliavano la
pelle.
Il
dolore non era netto ne intenso ma diffuso pungente e fastidioso, era
insopportabile e non smetteva mai! Le guance iniziarono a sanguinare, i peli
erano troppo duri sul viso e si staccavano a fatica.
_Cos’hai
al posto della faccia, uno zerbino? Ecco come fai a non avere scrupoli!
Stronzo! Questi kazzo di peli da culo che ti crescono in faccia sembrano
aculei, mi dici come fai ad averli così duri? …Dici che farà più male strappare
i capelli o il pube?
_mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm!
_Cosa
credi che ti sfoltisco un pochino e poi me ne vado? No ciccio! Io ti raso
tutto!
Estrasse
dall’armadio una corda, la fece passare sotto al letto per poi arrotolarla
intorno al petto del maiale.
_Ecco
così starai più fermo! E smettila di strattonare che rompi il letto! Ora arriva
la parte più divertente, il tuo folto e stupido pube! Questa salsicciotta che
fa qui in mezzo? Forse potremmo accorciarla!
_MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM!!!
_HA
HA HA HA HA! Mi piacerebbe, ma il sangue mi fa impressione! HA! HA! HA! HA!
Avanti, finiamo questo gioco, sta diventando impegnativo!
La
sua dedizione chirurgica venne ripagata quando due ore dopo si alzò
soddisfatta, l’epilatore bollente in mano e nel letto un essere, glabro, senza
capelli, senza barba, senza sopracciglia, sembrava un alieno, un malato, il
sangue peggiorava lo scenario.
_Sei
proprio brutto sai?
Lui,
esausto e sollevato la guardava in lacrime, arrabbiato provava ancora a
strattonare le mani ma ormai non aveva più forza. Lei lo guardò quasi
impietosita, quasi consapevole di quello che aveva fatto, ma si ricompose
subito, pensando a quello che lui aveva fatto a lei! Fece le valigie, andò in
cucina, aprì il frigor e prese una mela, tornò in camera e sostituì la tela
imbevuta di saliva con il frutto. Si mise in un angolo della stanza e scattò
una fotografia.
_Ogni
maiale deve avere la sua mela!
Si
rivestì, raccolse tutte le sue cose e uscì di casa, ma prima di andarsene
chiuse a chiave la porta.