lunedì 26 novembre 2012


_Giulio sono tornata a casa!
_Ciao amore!
Amore? Ma come gli veniva? Virginia si diresse in camera, lui era seduto alla scrivania e sembrava lavorare.
_Come mai così presto?
_Sono uscita un po’ prima.
Il suo sguardo ricadde sul letto, rifatto, perfetto, non potè fare a meno di sedersi e scostare il copriletto per controllare le lenzuola. Erano quelle del giorno precedente! Questo significava che lei dormiva da sempre in mezzo a residui organici! Dio che schifo!
_Cosa stai facendo?
_Nulla, vado un secondo in bagno!
Si sentiva un po’ a disagio, pur avendo un corpo molto provocante non lo aveva mai usato con l’intenzione di sedurre, ma se avesse mantenuto la calma, sarebbe riuscita nel suo intento. Respirò a fondo un paio di volte e poi uscì dalla porta con in dosso un completo intimo di pizzo bordeaux, guepierre e autoreggenti allacciate. Ai piedi tacco dodici.
_Giulio, ho pensato a noi e a questo periodo, litighiamo solamente ed è da tanto che non stiamo più realmente insieme, ho pensato di farti una sorpresa..
Lui si voltò e assunse un’aria spaventata, come se un killer stesse proseguendo verso di lui con una mannaia in mano.
_Cosa c’è? Ti disturbo forse?
_No! Noooooo! E’ che in cinque anni di relazione non ti ho mai vista così, sei sicura di stare bene?
La reazione di lui la disorientava, poteva sembrare una coniglietta uscita da Play Boy, con tutto quel pizzo e lacci e cordini e chiappe al vento! Ma non doveva essere provocante? Virginia non si fece intimorire dalla reazione inaspettata e proseguì nei suoi intenti
_Appunto ho pensato di creare un cambiamento, il nostro rapporto ha bisogno di uno scossone.
La sua voce era calda e vellutata e ad ogni suo passo sentiva che il petto le sobbalzava in modo imbarazzante, preferiva di gran lunga il reggipetto contenitivo, ma non avrebbe fatto lo stesso magnetico effetto.
Virginia si avvicinò lentamente alla preda cercando di resistere alla risata che voleva esploderle in faccia, si sentiva ridicola vestita in quel modo e soprattutto la divertiva vedere il modo in cui quell’uomo la osservava. Avevano fatto sesso centinaia di volte, conosceva il suo corpo prorompente eppure non lo aveva mai visto così, gli occhi a palla, le scocche rosse, incapace di ribellarsi a quello che stava per accadere, o meglio che credeva sarebbe successo.
Pur essendo molto determinata Virginia non potè evitare di inciampare nei suoi passi, ma cadere sul letto sembrava una mossa voluta
_Vieni vicino a me, sei ancora in grado di desiderarmi?
Lui divenne una marionetta nelle sue mani e lei poteva tirare i fili a suo piacimento. Succube della componente erotica, Giulio si distese tra le lenzuola, avanzando carponi sopra di lui Virginia iniziò a baciargli il collo mentre con le mani cercava di distendergli le braccia
_Ho pensato che aggiungere un po’ di pepe poteva rendere tutto più divertente!
_A cos’hai pensato?
Clack! Clack!
_Manette? Sei una vera porca!
Quelle parole la irrigidirono, la sua schiena si contrasse raddrizzandosi di scatto, per fortuna che gli aveva già bloccato le mani non aveva molta voglia di proseguire ancora a lungo quella farsa! Oltretutto la brasiliana era diventata un tutt’uno con il suo fondoschiena e la cosa la indisponeva!
_Voglio giocare con te, ma per farlo, dovrò legarti anche i piedi!
_Anche i piedi?
_Si, devi essere completamente nelle mie mani, saprò ricompensarti!
_Va bene! Va bene!
Piccolo involuto figlio della masturbazione! Sei talmente stupido da non aver capito nulla! Vieni, avanza nella tela che sto tessendo!
Virginia gli sfilò i jeans con foga lo prese per le caviglie e le bloccò con altre manette ai piedi del letto.
I suoi gesti erano forti e determinati ma anche se lui avesse inteso il suo doppio gioco, ormai era troppo tardi.
_Che bello! Mi piace! Mi piace!
Virginia si alzò, lo vide tutto eccitato che si dimenava dalla gioia, completamente bloccato, questa volta scoppiò in una risata, talmente piena e sguaiata da incutere timore.
_Cosa c’è da ridere? Vieni qua! Sono il tuo schiavo!
_Si, e io la padrona!
Quel gioco stava diventando divertente, poteva anche dedicarsi l’occasione di giocare un po’ prima di concludere.
_Aspettami!
_E dove vuoi che vada?
Virginia si tolse i tacchi a spillo e le autoreggenti, il perizoma a brasiliana e indossò un paio di culotte, si tolse il balconcino di pizzo trovando conforto nel caro vecchio contenitivo e finalmente potè concentrarsi sul suo  lavoro. Tornò in stanza con un paio di forbici e una candela.
_Ei! Cosa vuoi fare?
_ Stai zitto maiale! Ho detto CHE IO SONO LA TUA PADRONA! E tu devi stare zitto!
_Questa cosa mi eccita tantissimo! Ma mi fai paura! Ma mi eccita !
Lei lo fulminò con lo sguardo
_Ti ho detto di chiudere quella kazzo-fottuta bocca!
Prese le forbici e con un gesto netto e preciso le infilò nella camicia e iniziò a tagliare
_A a a a a a a a a a a a a a! La camicia! E’ nuova!
_S.t.a.i. ZITTO!
Non aveva intenzione di liberargli le mani per sfilare la camicia, tagliò le maniche nella loro lunghezza smembrando completamente l’indumento.
_Come mi sto divertendo!
_Me la devi ricomprare!
Virginia impugnò le forbici come se fossero un pugnale e mimò il gesto di accoltellarlo
_Non ti conviene provocarmi! Sei bloccato!
_Si, ma stai esagerando, e sono sempre manette giocattolo!
_Credici!
_Cosa? Cosa stai dicendo?
Giulio iniziò a dimenarsi ma le manette non si aprirono, mano a mano che si muoveva ne prendeva sempre più consapevolezza
_Cosa stai combinando? Cosa mi vuoi fare? 
Un taglio netto sulle mutande e Giulio fu completamente nudo
_Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Mi vuoi tagliare il kazzo! Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
Virginia prese un pezzo di camicia e gliela infilò in bocca.
_Non ti voglio evirare, finirei in un mare di guai per una cosa del genere ma tu sei stato realmente un pessimo compagno! E per questo ho intenzione di punirti! Smettila di mugolare o ti faccio a pezzi!
Giulio conosceva Virginia, la sua determinazione, la sua capacità di perseguire un obiettivo e raggiungerlo, la sua freddezza e la forza, eppure aveva commesso la leggerezza di approfittarsi di una come lei. La paura gli annebbiava la vista, il cuore pompava con tale forza da lasciarlo in balia del terrore, consapevole di essere bloccato nelle mani di una donna con una mente senza freni!
_Smettila di mugolare mi dai fastidio! Adesso iniziamo un nuovo gioco, una caccia al tesoro, guardiamo insieme cosa contiene il cassetto del tuo comodino! STRONZO!
Allora, vuoi la busta numero uno, la numero due, o la numero tre? Io dico la tre! Uuuu, guarda qua, un conto corrente a tuo nome! Diecimila euro! Bambino cattivo, volevi speculare alle mie spalle? Oltre al fatto che siamo appoggiati al letto nel quale poche ore fa hai fatto sesso con una donna! SCHIFOSO! E MI CI FAI DORMIRE DENTRO OGNI VOLTA!
Sai cosa sei? UN DEFICIENTE!
Virginia si alzò di scatto, corse in bagno e tornò trionfante con il suo depilatore personale in mano!
_Devi imparare la lezione! Lezione numero uno!
Attaccò la corrente e iniziò a strappare i peli dal petto di Giulio
_Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm!
_Smettila! Stai zitto! Non ti sopporto!
La sua mano si muoveva lentamente, in modo da poter staccare dalla pelle più peli possibili! Scivolò decisa sui capezzoli contornati da un’aureola scura
_Giro giro tondo, stacco i peli al mondo! Hi hi ! E tu sei uno stronzo! E adesso ti faccio diventare pelato! Glabro come un porcellino! Perché è quello che sei! UN MAIALE! UN GROSSO E GRASSO MAIALE! 
La sua mano si staccò dal petto per cadere sulle guance di Giulio
_Stai fermo! STAI FERMO! Così ci impiegheremo le ore!
Il malcapitato si dimenava come un’anguilla per cercare di scappare alla tortura, invano, più si muoveva più sentiva che le manette ai polsi gli tagliavano la pelle.
Il dolore non era netto ne intenso ma diffuso pungente e fastidioso, era insopportabile e non smetteva mai! Le guance iniziarono a sanguinare, i peli erano troppo duri sul viso e si staccavano a fatica.
_Cos’hai al posto della faccia, uno zerbino? Ecco come fai a non avere scrupoli! Stronzo! Questi kazzo di peli da culo che ti crescono in faccia sembrano aculei, mi dici come fai ad averli così duri? …Dici che farà più male strappare i capelli o il pube?
_mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm!
_Cosa credi che ti sfoltisco un pochino e poi me ne vado? No ciccio! Io ti raso tutto!
Estrasse dall’armadio una corda, la fece passare sotto al letto per poi arrotolarla intorno al petto del maiale.
_Ecco così starai più fermo! E smettila di strattonare che rompi il letto! Ora arriva la parte più divertente, il tuo folto e stupido pube! Questa salsicciotta che fa qui in mezzo? Forse potremmo accorciarla!
_MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM!!!
_HA HA HA HA HA! Mi piacerebbe, ma il sangue mi fa impressione! HA! HA! HA! HA! Avanti, finiamo questo gioco, sta diventando impegnativo!
La sua dedizione chirurgica venne ripagata quando due ore dopo si alzò soddisfatta, l’epilatore bollente in mano e nel letto un essere, glabro, senza capelli, senza barba, senza sopracciglia, sembrava un alieno, un malato, il sangue peggiorava lo scenario.
_Sei proprio brutto sai?
Lui, esausto e sollevato la guardava in lacrime, arrabbiato provava ancora a strattonare le mani ma ormai non aveva più forza. Lei lo guardò quasi impietosita, quasi consapevole di quello che aveva fatto, ma si ricompose subito, pensando a quello che lui aveva fatto a lei! Fece le valigie, andò in cucina, aprì il frigor e prese una mela, tornò in camera e sostituì la tela imbevuta di saliva con il frutto. Si mise in un angolo della stanza e scattò una fotografia.
_Ogni maiale deve avere la sua mela!
Si rivestì, raccolse tutte le sue cose e uscì di casa, ma prima di andarsene chiuse a chiave la porta.


Nessun commento:

Posta un commento