L’ufficio
con le tendine bianche la metteva a disagio le ricordava sempre lo studio del
dentista che le curava i denti da piccola, odiava l’amministratore, lo
considerava troppo mediocre per la carica che rivestiva, un uomo semplice
seduto sul trono di qualcun’altro.
_Buongiorno,
mi voleva vedere?
_Buongiorno,
si accomodi. La volevo incontrare perché la devo aggiornare sulle nuove
politiche aziendali che verranno applicate, da oggi stesso.
_Per
favore non faccia troppi giri di parole, sappiamo che esiste una crisi! E non
ne siamo esenti! Vada avanti!
_Va
bene! Lei è licenziata.
_E
come mai?
_Tagli
del personale
_E
come pensate di gestire l’ufficio delle risorse umane?
_La
sua segretaria e uno studio di consulenza per le buste paga.
_Lei
crede realmente che le mie competenze possano essere sostituite dalla mia
segretaria?
_Lei
ha uno stipendio troppo alto! Non ce lo possiamo permettere!
_Ha
mai pensato di abbassare il suo? E con me chi viene via?
_Altre
10 teste che riteniamo costose e inutili. Mi dispiace.
_Visto
che reputa il mio ruolo superfluo, mi sa spiegare chi manterrà i contatti con i
sindacati, con le agenzie per il lavoro e chi farà la selezione?
_Non
crediamo di assumere altro personale nei prossimi due anni.
_Va
bene e con quanto?
_Come?
_Con
quanto mi lasciate a casa?
_Con
una annualità.
_Io
possiedo dei documenti con la sua firma in originare e il timbro aziendale che
autorizzano contratti interinali non a norma di legge. Ci sono tre persone che
per l’illegalità del loro contratto potrebbero impugnarlo e verrebbero assunte
seduta stante. A tempo indeterminato! Facciamo che mi lascia a casa con due
annualità.
_Come
si permette! Questo è un ricatto!
_Lei
mi sta licenziando! Non se lo dimentichi!
Due annualità!
_Una!
_Due!
E considerando che sono l’unica in grado di redarre il documento, me ne
aggiungo un’altra!
_Ladra!
_Ladri
siete VOI! Che avete voluto assumere raccomandati! Avete assunto inetti con uno
stipendio abnorme! I LADRI SIETE VOI!
Si
alzò e tornò nel suo ufficio, per prima cosa si infilò in borsa le cartelline
che contenevano i contratti incriminati, poi passò l’intera mattinata a creare
il documento per la cessazione del suo rapporto di lavoro ma con grande
sorpresa più proseguiva nella redazione del documento, più si sentiva bene,
libera, leggera. Stava consegnando briglie e sella, dove lei non era il
fantino, ma il cavallo!
Non
si sarebbe più dovuta alzare all’alba, non avrebbe più dovuto gestire le
lamentele dei lavoratori i battibecchi con i sindacati ed inutili, estenuanti colloqui con gente pedante e
noiosa.
Ma
soprattutto, basta l’estrema ed inutile competizione con i colleghi! Vecchi
dinosauri sessisti!
Se
ne stava andando e per la prima volta il fastidio sulle guance si fece più
sopportabile e accennò ad un sorriso o forse più ad un ghigno. Fuori la pioggia
lavava il grigiore cittadino mentre i suoi capelli iniziarono a gonfiarsi per
l’umidità presa. Poteva tornare a casa, era solo mezzogiorno e lei poteva
tornare a casa, la situazione era talmente surreale da sembrare magica. Decise
che l’occasione era perfetta per andare a fare un giro in centro, senza folla,
senza pressa, solo la pioggia!
Fece
il giro delle librerie e dei negozi di scarpe poi si sedette a mangiare una
cioccolata calda dietro alla vetrata di un bar che dava direttamente sulla
strada, vedere così poche persone a Milano era irreale, si sentiva dentro ad un
universo parallelo. Ora il dramma da affrontare restava solo uno e la stava
aspettando a casa anche se ora sentiva di avere tutta la determinazione per
liberarsi anche di lui.
Il
tram senza traffico era quasi piacevole, anzi, romantico, con le sedute in
legno e uno stile così retrò.
Secondo
i suoi calcoli la sanguisuga doveva essere fuori casa, ne avrebbe approfittato
per riposare un paio d’ore e fare le valigie, anzi avrebbe potuto disdire l’affitto
dell’appartamento senza dire nulla a Giulio, cercare una stanza in affitto e
andarsene piano piano senza che lui se ne accorgesse e poi, la settimana prima
di liberare l’appartamento, lo avrebbe lasciato nella merda più assoluta!
Ormai
non sentiva più nessun senso di colpa, ma solo il desiderio di rivalsa! Quella
sottospecie di uomo andava punito con una lezione memorabile! Oltretutto doveva
ancora escogitare il modo di scoprire da dove arrivava quell’introito regolare
nel conto del traditore! E facendo due calcoli, 10'000,00 € diviso 800,00 €
faceva 12! Il bastardo prendeva uno stipendio da circa un anno! E non aveva
detto nulla! Lei da due anni aveva rinunciato alle vacanze estive, ai fine
settimana fuori porta, all’automobile! Per non parlare di tutti i vestiti che
si sarebbe potuta permettere! Stronzo!
Tutta
quella rabbia mista alla notte insonne e ad un licenziamento lampo le fece
mancare il fiato, aggrappata al palo del tram sentiva di non riuscire a
respirare, una forza nervosa stava tirando tutte le sue membra, come un vulcano
in ascesa, prima di compiere la propria esplosione di trionfo!
Uno
zingaro che chiedeva spiccioli fu attratto dalla donna con borsa in vera pelle
visibilmente in difficoltà:
_Signora
sono una familia povera!
_Vattene!
La
sudicia mano di lui si tese verso quella candida e immacolata di lei.
L’uomo
rimase immobile.
_TI
HO DETTO CHE TE NE DEVI ANDARE!
Virginia
si alzò di scatto e sferzò un pugno secco sul naso del malcapitato.
L’autista
sentendo urlare frenò di colpo e tutti si sentirono trascinati da una forza
invisibile, spaventati e al tempo stesso eccitati dalla inusuale reazione.
Sicuramente la violenza non poteva essere un comportamento accettabile ma il
soggetto era propenso ad attirare l’inimicizia di tutta la comitiva anche se
rantolava con il viso pieno di sangue.
_Kazzo,
che casino! Ed ho la mano piena di sangue! Che schifo! Signora mi dia una
salviettina! Ce l’ha umidificata? Speriamo di non prendere l’AIDS! Kazzo!
Kazzo!
Vedendo
lo sguardo attonito di una vecchia incartapecorita si accinse a scendere dal
mezzo e fece a piedi il resto della strada, si fermò solo per lavarsi la mano
presso la fontanella nel parco del Castello Sforzesco.
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