domenica 11 novembre 2012


L’ufficio con le tendine bianche la metteva a disagio le ricordava sempre lo studio del dentista che le curava i denti da piccola, odiava l’amministratore, lo considerava troppo mediocre per la carica che rivestiva, un uomo semplice seduto sul trono di qualcun’altro.
_Buongiorno, mi voleva vedere?
_Buongiorno, si accomodi. La volevo incontrare perché la devo aggiornare sulle nuove politiche aziendali che verranno applicate, da oggi stesso.
_Per favore non faccia troppi giri di parole, sappiamo che esiste una crisi! E non ne siamo esenti! Vada avanti!
_Va bene! Lei è licenziata.
_E come mai?
_Tagli del personale
_E come pensate di gestire l’ufficio delle risorse umane?
_La sua segretaria e uno studio di consulenza per le buste paga.
_Lei crede realmente che le mie competenze possano essere sostituite dalla mia segretaria?
_Lei ha uno stipendio troppo alto! Non ce lo possiamo permettere!
_Ha mai pensato di abbassare il suo? E con me chi viene via?
_Altre 10 teste che riteniamo costose e inutili. Mi dispiace.
_Visto che reputa il mio ruolo superfluo, mi sa spiegare chi manterrà i contatti con i sindacati, con le agenzie per il lavoro e chi farà la selezione?
_Non crediamo di assumere altro personale nei prossimi due anni.
_Va bene e con quanto?
_Come?
_Con quanto mi lasciate a casa?
_Con una annualità.
_Io possiedo dei documenti con la sua firma in originare e il timbro aziendale che autorizzano contratti interinali non a norma di legge. Ci sono tre persone che per l’illegalità del loro contratto potrebbero impugnarlo e verrebbero assunte seduta stante. A tempo indeterminato! Facciamo che mi lascia a casa con due annualità.
_Come si permette! Questo è un ricatto!
_Lei mi sta licenziando! Non se lo dimentichi!   
  Due annualità!
_Una!
_Due! E considerando che sono l’unica in grado di redarre il documento, me ne aggiungo un’altra!
_Ladra!
_Ladri siete VOI! Che avete voluto assumere raccomandati! Avete assunto inetti con uno stipendio abnorme! I LADRI SIETE VOI!
Si alzò e tornò nel suo ufficio, per prima cosa si infilò in borsa le cartelline che contenevano i contratti incriminati, poi passò l’intera mattinata a creare il documento per la cessazione del suo rapporto di lavoro ma con grande sorpresa più proseguiva nella redazione del documento, più si sentiva bene, libera, leggera. Stava consegnando briglie e sella, dove lei non era il fantino, ma il cavallo!
Non si sarebbe più dovuta alzare all’alba, non avrebbe più dovuto gestire le lamentele dei lavoratori i battibecchi con i sindacati ed inutili,  estenuanti colloqui con gente pedante e noiosa.
Ma soprattutto, basta l’estrema ed inutile competizione con i colleghi! Vecchi dinosauri sessisti!
Se ne stava andando e per la prima volta il fastidio sulle guance si fece più sopportabile e accennò ad un sorriso o forse più ad un ghigno. Fuori la pioggia lavava il grigiore cittadino mentre i suoi capelli iniziarono a gonfiarsi per l’umidità presa. Poteva tornare a casa, era solo mezzogiorno e lei poteva tornare a casa, la situazione era talmente surreale da sembrare magica. Decise che l’occasione era perfetta per andare a fare un giro in centro, senza folla, senza pressa, solo la pioggia!
Fece il giro delle librerie e dei negozi di scarpe poi si sedette a mangiare una cioccolata calda dietro alla vetrata di un bar che dava direttamente sulla strada, vedere così poche persone a Milano era irreale, si sentiva dentro ad un universo parallelo. Ora il dramma da affrontare restava solo uno e la stava aspettando a casa anche se ora sentiva di avere tutta la determinazione per liberarsi anche di lui.
Il tram senza traffico era quasi piacevole, anzi, romantico, con le sedute in legno e uno stile così retrò.
Secondo i suoi calcoli la sanguisuga doveva essere fuori casa, ne avrebbe approfittato per riposare un paio d’ore e fare le valigie, anzi avrebbe potuto disdire l’affitto dell’appartamento senza dire nulla a Giulio, cercare una stanza in affitto e andarsene piano piano senza che lui se ne accorgesse e poi, la settimana prima di liberare l’appartamento, lo avrebbe lasciato nella merda più assoluta!
Ormai non sentiva più nessun senso di colpa, ma solo il desiderio di rivalsa! Quella sottospecie di uomo andava punito con una lezione memorabile! Oltretutto doveva ancora escogitare il modo di scoprire da dove arrivava quell’introito regolare nel conto del traditore! E facendo due calcoli, 10'000,00 € diviso 800,00 € faceva 12! Il bastardo prendeva uno stipendio da circa un anno! E non aveva detto nulla! Lei da due anni aveva rinunciato alle vacanze estive, ai fine settimana fuori porta, all’automobile! Per non parlare di tutti i vestiti che si sarebbe potuta permettere! Stronzo!
Tutta quella rabbia mista alla notte insonne e ad un licenziamento lampo le fece mancare il fiato, aggrappata al palo del tram sentiva di non riuscire a respirare, una forza nervosa stava tirando tutte le sue membra, come un vulcano in ascesa, prima di compiere la propria esplosione di trionfo!
Uno zingaro che chiedeva spiccioli fu attratto dalla donna con borsa in vera pelle visibilmente in difficoltà:
_Signora sono una familia povera!
_Vattene!
La sudicia mano di lui si tese verso quella candida e immacolata di lei.
L’uomo rimase immobile.
_TI HO DETTO CHE TE NE DEVI ANDARE!
Virginia si alzò di scatto e sferzò un pugno secco sul naso del malcapitato.
L’autista sentendo urlare frenò di colpo e tutti si sentirono trascinati da una forza invisibile, spaventati e al tempo stesso eccitati dalla inusuale reazione. Sicuramente la violenza non poteva essere un comportamento accettabile ma il soggetto era propenso ad attirare l’inimicizia di tutta la comitiva anche se rantolava con il viso pieno di sangue.
_Kazzo, che casino! Ed ho la mano piena di sangue! Che schifo! Signora mi dia una salviettina! Ce l’ha umidificata? Speriamo di non prendere l’AIDS! Kazzo! Kazzo!
Vedendo lo sguardo attonito di una vecchia incartapecorita si accinse a scendere dal mezzo e fece a piedi il resto della strada, si fermò solo per lavarsi la mano presso la fontanella nel parco del Castello Sforzesco.

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