La
pioggia sembrava non volersi arrestare e Virginia rientrò in casa fradicia. La
porta purtroppo era aperta, questo poteva significare solo due cose: o quel
deficiente lasciava la loro casa a portata di ladro tutti i giorni oppure era
in casa.
Tolse
gli stivali per non bagnare il pavimento facendo diventare i suoi passi felpati
ed invisibili, andò in bagno per lavarsi la mano con l’acqua ossigenata e scorse
la fuga della porta della camera da letto illuminata: la vescica era in casa.
Non
aveva voglia di incontrarlo e soprattutto non aveva voglia di dirgli che aveva
perso il lavoro, doveva trovare una scusa per il fatto di essere rincasata così
presto ma non le venivano in mente niente. Poteva darsi malata, così almeno si
sarebbe potuta coricare senza troppe cerimonie, ma mentre cercava di sistemarsi
i capelli notò nell’immagine dello specchio che alle sue spalle c’era qualche
cosa di inusuale. Un indumento non famigliare. Si voltò e vide una gonna a
terra, una mini gonna, troppo volgare per essere sua.
Uscì
dal bagno e in corridoio davanti alla porta della sua camera da letto, per
terra, un altro indumento. Questa era bella. Una scena alla “Slining doors”! Si
avvicinò alla porta socchiusa e potè riconoscere nettamente dei gemiti, due
persone, una femminile e una maschile.
Virginia
accompagnò la mano alla bocca e restò per qualche secondo immobile, senza
pensieri, senza parole. Il modo migliore di reagire era andarsene, in silenzio,
senza farsi scoprire.
E
così fece. Tornò in cucina, recuperò borsa e stivali e dopo un’ultima
ricognizione visiva della stanza uscì così come se ne era andata.
Stupida! Che fai!
Torna in dietro! Apri la porta e fai finta di rubare qualche cosa! Accidenti!
Certo! Sul tavolo della sala c’erano il suo mac, il cellulare e il portafoglio!
Almeno avrebbe imparato la prima di una lunga lista di lezioni. Lezione numero
uno: MAI LASCIARE LA
CASA CON LA PORTA APERTA
ED INCUSTODITA!
Inoltre
nell’esigenza di trovare un nuovo appartamento avrebbe avuto già un p.c. dal
quale inviare curricola per un nuovo lavoro! Malefica e geniale. Ora doveva
solo aspettare che diventasse sera per poter tornare nuovamente a casa.
Quella
era la seconda volta che in una giornata prendeva una cioccolata in un bar, era
l’unica cosa che poteva scaldarla con dolcezza oltre a darle una dosa di
energia pura, la stanchezza della notte insonne iniziava a diventare difficile
da sopportare, il barista non faceva che fissare il suo decoltè con insistenza
ma non aveva voglia di andare da un’altra parte, ora doveva mettere insieme le
idee e decidere come muoversi, non amava più Giulio, di questo era sicura, non
si sentiva nemmeno ferita per le corna, non le importava più nulla, anzi meglio
perché si sarebbe sentita meno in colpa nel chiudere quella relazione. Come
aveva potuto farsi trattare in quel modo! Oltretutto come aveva fatto a credere
di amare una persona che in realtà scopriva di non conoscere! Era giunto il
momento di riprendere in mano la sua vita! Con i soldi della liquidazione
sarebbe stata tranquilla per lungo tempo, soprattutto senza dover mantenere
anche un’altra persona! Una stanza in condivisione costava meno di un intero
affitto e magari avrebbe trovato anche il tempo per una vacanza da sola, in
qualche posto al sole! Ora doveva trovare un modo esemplare per lasciare
l’ignaro mantenuto.
Si
voltò verso il barman, la stava osservando, ancora! Ma come poteva essere così sfacciato?
Lui
le sorrise ma lei si alzò e uscì senza pagare.
La
banalità delle menti maschili era disarmante, bastava avere due poppe
voluminose per ottenere tutto! … Eccola, una piccola esplosione tra neuroni,
l’idea era li, a portata di mano, aveva solo bisogno di un completo intimo
molto provocante, manette e una corda resistente.
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