Lucia
rimase di fronte al proprio armadietto ci infilò dentro gli effetti personali e
si diresse verso la cucina di servizio dove solitamente le infermiere andavano
a fare pausa.
_Ciao!
Io sono la nuova!
_Ma
tu non sei l’inserviente?
_Lo
ero! Ho finito la scuola settimana scorsa!
_Brava!
Quelle
parole erano i primi complimenti che riceveva
_Grazie!
_Come
ti chiami?
_Lucia
e tu?
_Addolorata
ma tutti mi chiamano Giusy! Chiamami così anche tu!
_Va
bene!
_Ti
hanno già detto chi dovrai affiancare?
_Si,
una certa Bruna.
_Appena
arrivata e subito nella fossa dei leoni! In bocca al lupo!
_Perchè
com’è? Cosa fa?
_Buongiorno
ragazze! Tutto bene? Chi mi fa il caffè oggi?
Un
uomo bellissimo si affacciò alla porta della guardiola, Lucia aveva visto
spesso il dottor. Conti ma mai da così
vicino! Le infermiere si attivarono subito per preparare il caffé, tese nel
disagio che un uomo così affascinante era in grado di creare. Lucia rimase
immobile mentre il dottore lanciava sguardi volutamente maliziosi verso le
colleghe, verso tutte tranne che lei.
Una
volta uscito la stanza si riempì di sospiri e Giusy le si avvicinò sussurrando:
_Se
non vuoi avere grane stai lontana da quell’uomo!
Lucia
non era ancora interessata agli uomini, il suo obiettivo primario ora era
quello di inserirsi a pieno nel gruppo di colleghe, nessuna avrebbe dovuto più
scambiarla per l’inserviente, ora era una collega e sapeva che doveva lavorare
sodo per dimostrare di essere una vera infermiera professionale. Professionale,
quanto le piaceva quella parola, sembrava dare potere a tutto, infermiera
professionale, infermiera professionale, continuava a ripeterlo nella testa e a
sentirsi felice, completa e felice!
_Lucia,
devi fare attenzione!
_Sono
attenta!
_Dovrai
diventare autonoma in questo lavoro e dovrai essere meticolosa e pignola,
pignola e meticolosa! Perché se l’infermiera di sala non prepara a dovere i
ferri… sai cosa succede?
_Certo!
_Sai
cosa succede?
_CERTO!
_E
hai anche il coraggio di rispondere?
_Mi
hai fatto una domanda….
_Devi
stare zitta, sei nuova, non capisci ancora niente! Stai zitta e quando ti faccio
delle domande annuisci! Non sono qui per ascoltarti!
Lucia
ascoltava Bruna nella speranza che il suo affiancamento potesse durare il meno
possibile, quell’infermiera era troppo aggressiva! Inoltre perché tutta quella
cattiveria gratuita? La guardava urlare e smetteva di ascoltarla, osservava le
folte sopraciglia, i denti troppo grossi, il viso appesantito dal doppio mento
e non poteva fare a meno di pensare che forse era diventata infermiera perché
con il giuramento di non sposarsi nessuno avrebbe malignato se non si fosse
trovata un uomo nella vita.
_Ma
se non posso fare niente mi spieghi come faccio ad imparare?
_Non
ti devi permettere di toccare nulla! Su questi ferri c’e ancora la
responsabilità del mio nome! E tu non devi rovinare il mio lavoro!
_Ma
quando potrò terminare l’affiancamento?
_Se
continui di questo passo non lo finirai mai! Imbranata!
Imbranata ci sarai!
Cesso!
Lucia
seguiva la collega cercando di dimostrare che ce la stava mettendo tutta che
era sua intenzione apprendere che comprendeva ogni insegnamento e che era
inutile trattarla come una scansa fatiche senza cervello ma Lucia non capiva
che Bruna in realtà era solo gelosa e preoccupata della sua bellezza, del suo
aspetto giovane e curato e di come dovendo lavorare con il dott. Conti la sua
strabordante competenza decennale sarebbe stata oscurata dal minuto fondo
schiena della nuova arrivata! Il suo lavoro avrebbe preso una svolta ma in
negativo!
A
fine turno Lucia tornò nella cucina di servizio, si preparò un caffè e restò a
sorseggiarlo da sola guardando fuori dalla finestra, il reparto si trovava al
decimo piano regalando stralci di panorama a chi si concedeva il lusso di
osservarli, la luce del tramonto entrava donando alla sua pelle un colore
ambrato, si sciolse i capelli e li fece ricadere sulle spalle, folti e setosi,
le labbra carnose si appoggiavano ritmicamente alla tazzina e in estasi per lo
spettacolo che la natura le stava donando non si accorse della presenza sulla
porta.
_Sei
nuova?
Conti!
Lucia cercò di restare calma, perché le stava rivolgendo la parola? Ma
soprattutto perché Giusy-Addolorata le aveva detto di stargli alla larga?
_Si,
sono nuova.
Conti si avvicinò a lei sedendosi sulla sedia
accanto
_Mi
prepareresti un po’ di caffè?
Ma guarda questo
stronzo, preparatelo! Non sono più un’ inserviente!
_Si
serva, ne è avanzato e la moca è ancora calda.
_Mi piacerebbe
vedere che me lo versi tu
_Mi
piacerebbe finire la mia pausa turno in pace!
Il
dottore si raddrizzò con disappunto, non
era abituato ad essere trattato con sufficienza soprattutto da una donna e pure
di un livello professionale di gran lunga inferiore al suo!
_Ti
ricordo che ti stai rivolgendo ad un medico chirurgo, starei attenta ai toni.
_E
lei sta parlando con una infermiera professionale, se vuole del caffé lo vada
ad ordinare ad un barista!
L’uomo
si alzò infastidito per l’atteggiamento e se ne andò scansando la sedia che
cadde per terra.
Lucia
si alzò, raccolse la sedia, lavò la tazzina e mise il caffé avanzato in un
bricco, le colleghe del turno di notte lo avrebbero trovato per correggere il
latte. Fece tutto con calma meticolosa ma in petto sentiva ancora la rabbia per
l’atteggiamento del dottore, il suo animo forte e la testardaggine non le
avrebbero permesso di piegarsi al servilismo gratuito e non professionale,
sapeva che i dottori erano tutti uomini e non sempre trattavano le infermiere
con il dovuto rispetto, soprattutto per il maschilismo esteso e dilagante che
regnava tra i reparti ma lei era li per svolgere un ruolo ben preciso, una missione,
la sua scelta di vita.
Aveva
abbandonato tutto e tutti, aveva studiato sodo mentre lavorava come inserviente
e adesso che era li, con il suo titolo in mano, non avrebbe permesso a nessuno
di trattarla come l’ultima delle arrivate. Conosceva bene il suo valore e non
era intenzionata a sottomettersi al sistema.
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