martedì 12 marzo 2013


Lucia rimase di fronte al proprio armadietto ci infilò dentro gli effetti personali e si diresse verso la cucina di servizio dove solitamente le infermiere andavano a fare pausa.
_Ciao! Io sono la nuova!
_Ma tu non sei l’inserviente?
_Lo ero! Ho finito la scuola settimana scorsa!
_Brava!
Quelle parole erano i primi complimenti che riceveva
_Grazie!
_Come ti chiami?
_Lucia e tu?
_Addolorata ma tutti mi chiamano Giusy! Chiamami così anche tu!
_Va bene!
_Ti hanno già detto chi dovrai affiancare?
_Si, una certa Bruna.
_Appena arrivata e subito nella fossa dei leoni! In bocca al lupo!
_Perchè com’è? Cosa fa?
_Buongiorno ragazze! Tutto bene? Chi mi fa il caffè oggi?
Un uomo bellissimo si affacciò alla porta della guardiola, Lucia aveva visto spesso il dottor. Conti  ma mai da così vicino! Le infermiere si attivarono subito per preparare il caffé, tese nel disagio che un uomo così affascinante era in grado di creare. Lucia rimase immobile mentre il dottore lanciava sguardi volutamente maliziosi verso le colleghe, verso tutte tranne che lei.
Una volta uscito la stanza si riempì di sospiri e Giusy le si avvicinò sussurrando:
_Se non vuoi avere grane stai lontana da quell’uomo!
Lucia non era ancora interessata agli uomini, il suo obiettivo primario ora era quello di inserirsi a pieno nel gruppo di colleghe, nessuna avrebbe dovuto più scambiarla per l’inserviente, ora era una collega e sapeva che doveva lavorare sodo per dimostrare di essere una vera infermiera professionale. Professionale, quanto le piaceva quella parola, sembrava dare potere a tutto, infermiera professionale, infermiera professionale, continuava a ripeterlo nella testa e a sentirsi felice, completa e felice!
_Lucia, devi fare attenzione!
_Sono attenta!
_Dovrai diventare autonoma in questo lavoro e dovrai essere meticolosa e pignola, pignola e meticolosa! Perché se l’infermiera di sala non prepara a dovere i ferri… sai cosa succede?
_Certo!
_Sai cosa succede?
_CERTO!
_E hai anche il coraggio di rispondere?
_Mi hai fatto una domanda….
_Devi stare zitta, sei nuova, non capisci ancora niente! Stai zitta e quando ti faccio delle domande annuisci! Non sono qui per ascoltarti!
Lucia ascoltava Bruna nella speranza che il suo affiancamento potesse durare il meno possibile, quell’infermiera era troppo aggressiva! Inoltre perché tutta quella cattiveria gratuita? La guardava urlare e smetteva di ascoltarla, osservava le folte sopraciglia, i denti troppo grossi, il viso appesantito dal doppio mento e non poteva fare a meno di pensare che forse era diventata infermiera perché con il giuramento di non sposarsi nessuno avrebbe malignato se non si fosse trovata un uomo nella vita.
_Ma se non posso fare niente mi spieghi come faccio ad imparare?
_Non ti devi permettere di toccare nulla! Su questi ferri c’e ancora la responsabilità del mio nome! E tu non devi rovinare il mio lavoro!
_Ma quando potrò terminare l’affiancamento?
_Se continui di questo passo non lo finirai mai! Imbranata!
Imbranata ci sarai! Cesso!
Lucia seguiva la collega cercando di dimostrare che ce la stava mettendo tutta che era sua intenzione apprendere che comprendeva ogni insegnamento e che era inutile trattarla come una scansa fatiche senza cervello ma Lucia non capiva che Bruna in realtà era solo gelosa e preoccupata della sua bellezza, del suo aspetto giovane e curato e di come dovendo lavorare con il dott. Conti la sua strabordante competenza decennale sarebbe stata oscurata dal minuto fondo schiena della nuova arrivata! Il suo lavoro avrebbe preso una svolta ma in negativo!
A fine turno Lucia tornò nella cucina di servizio, si preparò un caffè e restò a sorseggiarlo da sola guardando fuori dalla finestra, il reparto si trovava al decimo piano regalando stralci di panorama a chi si concedeva il lusso di osservarli, la luce del tramonto entrava donando alla sua pelle un colore ambrato, si sciolse i capelli e li fece ricadere sulle spalle, folti e setosi, le labbra carnose si appoggiavano ritmicamente alla tazzina e in estasi per lo spettacolo che la natura le stava donando non si accorse della presenza sulla porta.
_Sei nuova?
Conti! Lucia cercò di restare calma, perché le stava rivolgendo la parola? Ma soprattutto perché Giusy-Addolorata le aveva detto di stargli alla larga?
_Si, sono nuova.
Conti  si avvicinò a lei sedendosi sulla sedia accanto
_Mi prepareresti un po’ di caffè?
Ma guarda questo stronzo, preparatelo! Non sono più un’ inserviente!
_Si serva, ne è avanzato e la moca è ancora calda.
_Mi piacerebbe vedere che me lo versi tu
_Mi piacerebbe finire la mia pausa turno in pace!
Il dottore si raddrizzò con disappunto, non era abituato ad essere trattato con sufficienza soprattutto da una donna e pure di un livello professionale di gran lunga inferiore al suo!
_Ti ricordo che ti stai rivolgendo ad un medico chirurgo, starei attenta ai toni.
_E lei sta parlando con una infermiera professionale, se vuole del caffé lo vada ad ordinare ad un barista!
L’uomo si alzò infastidito per l’atteggiamento e se ne andò scansando la sedia che cadde per terra.
Lucia si alzò, raccolse la sedia, lavò la tazzina e mise il caffé avanzato in un bricco, le colleghe del turno di notte lo avrebbero trovato per correggere il latte. Fece tutto con calma meticolosa ma in petto sentiva ancora la rabbia per l’atteggiamento del dottore, il suo animo forte e la testardaggine non le avrebbero permesso di piegarsi al servilismo gratuito e non professionale, sapeva che i dottori erano tutti uomini e non sempre trattavano le infermiere con il dovuto rispetto, soprattutto per il maschilismo esteso e dilagante che regnava tra i reparti ma lei era li per svolgere un ruolo ben preciso, una missione, la sua scelta di vita.
Aveva abbandonato tutto e tutti, aveva studiato sodo mentre lavorava come inserviente e adesso che era li, con il suo titolo in mano, non avrebbe permesso a nessuno di trattarla come l’ultima delle arrivate. Conosceva bene il suo valore e non era intenzionata a sottomettersi al sistema. 

Nessun commento:

Posta un commento