1.2. ANIMAL INSTINCT.
Non
so se possiedo ancora la piena consapevolezza di quello che mi è successo, o
per lo meno di quello che il mio corpo ha fatto. Sono diventata fautrice di
vita, dal mio corpo è fuoriuscito un essere, un grido, un respiro, il primo, e
poi eccolo li.
Un
cucciolo.
Il
giorno prima non c’è nessuno e il giorno dopo invece qualcuno urla talmente
forte da stranirti, come può fare così tanto caos un essere che fino a poche
ore prima non era nemmeno in grado di respirare!?
Eppure
l’essere manifesta talmente tanto fascino in ogni estensione della sua forma da
lasciare senza parole, diventa quasi impossibile riuscire a cogliere il
completo senso di chi lo ha ideato: tondo, morbido, sorridente, sembra fatto
apposta per intenerirti, oltretutto si incastra perfettamente tra il collo e le
braccia. Sono sicura che qualcuno lo ha progettato prima di mandarlo in
produzione e quando appoggia il suo testone sulla tua spalla e si addormenta tu
diventi la persona più vulnerabile del mondo.
Quest’ultima
sensazione è quella che mi sconvolge in pieno, sono sempre stata gelosa della
mia indipendenza ed ora a volte mi sento senza protezioni di fronte a quel
piccolo essere. Come una noce senza guscio, come nel sogno in cui ti ritrovi nuda
in metropolitana e io, tra un pannolino e una poppata, devo ancora cercare di
abituarmi a questo nuovo ordine di idee ed emozioni, talmente profonde da
sentirle attaccate alle viscere. E’ come se la natura selvaggia che dorme nella
quotidianità di ognuno di noi fosse esplosa, facendomi sentire quanto sia forte
e selvatica!
La
missione numero uno che ti senti affidata è quella di proteggere il cucciolo ad
ogni costo. E tu diventi Terminator. Non c’è un movimento che ti sfugga, non
c’è un angolo della casa che possa celare segreti, quando ti sposti in un luogo
pubblico la prima cosa che fai è contare
gli
spigoli vivi, controllare visi sospetti e ricordare a memoria le targhe delle
macchine parcheggiate nel raggio di 500 metri. La tuta mimetica è l’unico indumento che
ritieni idoneo, ma Noa, l’elemento marito non lo considera opportuno.
Noa
è il mio uomo, lui mi sa leggere nel pensiero, e non è semplice capire la mia
mente perché mi considero una specie di
hippy, e non sai mai come può agire una perfetta svanita!
Inoltre
possiede quell’aria un po’ randagia, barbetta incolta su mento scolpito, tendenzialmente
scomposto ma organizzato, lui è l’uomo che sa sempre quello che vuole e lo dice
sempre con una voce calma e profonda.
Di
contro io sono una gitana, devo ammettere che nella mia vita non ho mai
incontrato una persona più disordinata, incasinata e scoordinata di me stessa e
per compiacere la mia indole ho voluto un tatuaggio in mezzo alle scapole:
“Bisogna avere un caos dentro di sè per generare una stella che danza”.
Mi
piace danzare? No
Mi
chiamo Stella? Si e sono caotica! e da quando sono mamma non sono migliorata,
perdo anche più facilmente la memoria, ma leggendo i blog in internet sembra
che sia una componente naturale della gravidanza, oltre al residuo di pancia
molle! Bleah!
Ugualmente,
in generale mi sento fortunata perché Noa è sempre molto attento e arriva dove
io non riesco, cioè un po’ ovunque. Non so perché, sarà il mio animo hippy o
l’incompleta voglia di diventare grande ma non riesco a fare tutto come le
altre mamme, non pulisco mai casa, non stiro mai i vestiti, faccio la spesa ma
poi mi manca sempre qualche cosa! Una volta ho dovuto costruire dei pannolini
con sacchetti di plastica e magliette di cotone perché li avevo finiti di
sabato sera!
Avevo
davvero tante magliette datate che non usavo più! Ma questa è la fortuna di chi
non riorganizza mai l’armadio per fare la raccolta indumenti dell’Humana!
In
fondo non credo che le associazioni umanitarie servano realmente a qualcosa:
anni addietro avevo creato un’ associazione onlus, dove ritiravo alimentari per
i più indigenti, ma gli alimenti freschi non potevo certo spedirli in Africa,
di conseguenza li tenevo tutti per me e avere tutto quel cibo in casa mi
rendeva ancora più pigra, quindi avevo smesso di fare la spesa!
Alla
fine la mia associazione era diventata il mezzo di sostentamento per me e la
mia coinquilina! Andò avanti per qualche mese fino a quando la suora
missionaria con la quale avevo concordato le spedizioni venne a battere cassa!
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